sabato 6 novembre 2010

La sfoglia

Bisogna maturare con pazienza la voglia di mettersi a fare la pasta a mano. Mi ha aiutato il pensiero di mia nonna che tirava la pasta tutti i giorni per il suo sposo e la famiglia. La domenica per me era sempre festa. Già dalla tromba delle scale veniva un profumino solleticante e quando entravo a casa sua venivo investita da un misto di profumi che nelle cucine delle donne di oggi non ci sono! La trovavo che impastava uova ed uova di pasta...sempre con gli stessi gesti, arrotolava un po' alla volta la sfoglia sul mattarello e le mani scorrevano dal centro verso l'esterno...arrotolava e accarezzava la pasta, poi...slapppp! questo era (più o meno) il suono che faceva la pasta, quando con un gesto energico, mia nonna staccava la sfoglia dal mattarello, la srotolava per poi girarla di circa un 1/4 di giro per ricominciare ad arrotolare...accarezzare...e slappppp! raggiunto lo spessore che le occorreva portava la sfoglia sul letto dove aveva steso la tovaglia e lì lasciava asciugare la pasta che poi trasformava in fettuccine o in pasta alla chitarra con l'apposito attrezzo della mia terra abruzzese.
Con questa parentesi di ricordi torno al primo pensiero e cioè per fare la pasta a mano bisogna maturare la consapevolezza di volerla fare, ed io a 52 anni ho fatto la pasta a mano, con iniziali buoni risultati e mentre impastavo e l'accarezzavo sentivo la presenza di nonna Giuseppina accanto a me.

Nessun commento:

Posta un commento